Distorsioni capsulo-legamentose: sintomi, diagnosi e migliori trattamenti

Fisioterapia

Distorsioni capsulo-legamentose: cause, sintomi e fisioterapia

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Le distorsioni capsulo-legamentose sono infortuni estremamente comuni, che si verificano quando un’articolazione subisce un movimento eccessivo o innaturale, cioè oltre il suo normale raggio di azione e questo porta a uno stiramento o una lesione dei legamenti e della capsula articolare, le strutture fondamentali che forniscono stabilità e mantengono le ossa unite. Dalla caviglia al ginocchio, passando per la spalla o il polso, le distorsioni possono avere un impatto significativo sulla mobilità e sulla qualità della vita.

Riconoscere prontamente i sintomi e intraprendere un percorso terapeutico adeguato è fondamentale per un recupero completo e prevenire instabilità cronica o recidive. E i professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo sono specializzati nella diagnosi e nel trattamento riabilitativo delle distorsioni capsulo-legamentose, proponendo percorsi riabilitativi personalizzati e mirati al recupero totale.

Quali sono le cause delle distorsioni capsulo-legamentose?

Le distorsioni capsulo-legamentose sono quasi sempre il risultato di eventi traumatici che costringono un’articolazione oltre i suoi limiti fisiologici. La causa principale, infatti, è un movimento brusco ed eccessivo che applica una forza innaturale sull’articolazione, stirando o lacerando i legamenti e la capsula, il che può accadere in diversi contesti. Negli sport, per esempio, le distorsioni sono frequentissime: atterraggi scomposti dopo un salto, cambi di direzione improvvisi, torsioni involontarie del corpo o impatti diretti possono portare a lesioni.

Anche le cadute accidentali, come scivolare o inciampare, possono facilmente causare distorsioni, poiché il corpo tenta istintivamente di proteggersi atterrando in posizioni che stressano le articolazioni. Meno frequentemente, invece, movimenti ripetitivi e scorretti nel contesto lavorativo o sportivo possono indebolire gradualmente le strutture capsulo-legamentose, rendendole più suscettibili a una distorsione acuta.

Ci sono, poi, alcuni fattori predisponenti, che includono una preesistente debolezza muscolare, squilibri nella forza tra gruppi muscolari opposti, un’instabilità articolare pregressa dovuta a infortuni precedenti che hanno lasciato legamenti più lassi o l’uso di attrezzature o calzature inadeguate che non offrono il supporto necessario all’articolazione.

I sintomi delle distorsioni capsulo-legamentose

I sintomi di una distorsione capsulo-legamentosa si manifestano generalmente in modo immediato dopo il trauma e la loro intensità varia in base alla gravità della lesione.

Il sintomo più evidente è il dolore acuto localizzato, che peggiora notevolmente con il movimento o il carico. La sua gravità è proporzionale al danno: da un fastidio lieve (grado I) a un dolore lancinante (grado III). Rapidamente compare gonfiore attorno all’articolazione, a causa dell’accumulo di liquido e sangue, che può essere accompagnato da ecchimosi.

L’area interessata è solitamente molto dolente alla palpazione, direttamente sopra il legamento o la capsula lesionati e si verifica una limitazione del movimento dell’articolazione, sia per il dolore che per il gonfiore e la protezione involontaria dei muscoli. Nei casi di distorsioni più gravi (grado II e III), il paziente può avvertire una sensazione di instabilità, la cosiddetta “cedevolezza” dell’articolazione e, al momento dell’infortunio, alcune persone possono anche sentire un distintivo “pop” o “crack”, che indica una lesione più significativa. La deambulazione o il carico sull’arto colpito, infine, diventano estremamente difficili o impossibili a seconda della gravità della distorsione.

Diagnosi delle distorsioni capsulo-legamentose

La diagnosi di una distorsione capsulo-legamentosa si basa su un’attenta valutazione clinica e, spesso, su indagini strumentali per confermare l’entità della lesione e escludere altre problematiche.

Il percorso diagnostico inizia con la raccolta dell’anamnesi da parte del medico o del fisioterapista, che chiedono al paziente di descrivere dettagliatamente le circostanze dell’infortunio, i sintomi avvertiti e come si sono evoluti. Successivamente, si procede con l’esame obiettivo dell’articolazione, per ispezionare l’area e verificare la presenza di gonfiore, lividi e deformità. La palpazione aiuta a localizzare il punto di massimo dolore, indicando il legamento o la parte della capsula più colpita.

Vengono, quindi, eseguiti test di stabilità specifici (test di stress) per valutare l’integrità dei legamenti: per la caviglia si esegue il test del cassetto anteriore per il legamento peroneo-astragalico anteriore, mentre per il ginocchio si valutano i legamenti crociati e collaterali con manovre dedicate.

Per completare la diagnosi, spesso sono necessarie indagini strumentali: le radiografie (RX) sono quasi sempre il primo esame e servono principalmente a escludere la presenza di fratture ossee, che possono presentare sintomi simili; l’ecografia è un esame utile per visualizzare i legamenti e la capsula, perché evidenzia versamenti, edemi o rotture parziali; la Risonanza Magnetica (RM), invece, offre immagini ad alta risoluzione dei tessuti molli, permettendo di classificare con precisione la gravità della distorsione e di identificare eventuali lesioni associate.

I migliori trattamenti per le distorsioni capsulo-legamentose

Il trattamento delle distorsioni capsulo-legamentose mira a ridurre il dolore e l’infiammazione, ripristinare la piena funzionalità dell’articolazione e prevenire l’instabilità cronica o future recidive. La scelta terapeutica dipende dalla gravità della distorsione e dalle esigenze del paziente.

Immediatamente dopo l’infortunio, è fondamentale applicare il protocollo RICE:

  • riposo, evitando attività che aggravano il dolore;
  • ghiaccio, per ridurre gonfiore e dolore;
  • compressione, con bendaggio elastico per limitare l’edema;
  • elevazione, per mantenere l’arto sollevato sopra il livello del cuore.

Per il controllo del dolore e dell’infiammazione, il medico può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), sia per via orale che topica e, nei casi di distorsioni di grado moderato-grave, può essere indicata una fase iniziale di immobilizzazione tramite tutori o stecche, per proteggere il legamento in fase di guarigione.

La fisioterapia ricopre un ruolo fondamentale nel trattamento e nella riabilitazione delle distorsioni capsulo-legamentose, rivelandosi essenziale per un recupero completo e per prevenire futuri problemi.

Nella fase acuta, l’obiettivo primario è la gestione del dolore e del gonfiore: il fisioterapista utilizza terapie fisiche strumentali come la tecarterapia, il laser ad alta potenza o gli ultrasuoni, che favoriscono la riduzione dell’edema, l’accelerazione dei processi riparativi e la modulazione del dolore. Anche la crioterapia è spesso impiegata. In questa fase, vengono anche eseguite delicate tecniche di mobilizzazione passiva o attivo-assistita per mantenere il più possibile il range di movimento senza stressare le strutture lese.

Nella fase sub-acuta e di riabilitazione vera e propria, il focus si sposta sul recupero graduale della piena mobilità e della forza: attraverso la terapia manuale, il fisioterapista può eseguire mobilizzazioni articolari per sbloccare eventuali rigidità e tecniche sui tessuti molli per ridurre tensioni muscolari protettive. Gli esercizi terapeutici sono progressivi: si inizia con esercizi per recuperare il range di movimento completo, seguiti da esercizi di rinforzo muscolare specifici per i muscoli che stabilizzano l’articolazione .

Un aspetto essenziale della riabilitazione riguarda l’allenamento propriocettivo: attraverso esercizi di equilibrio su superfici instabili, si ripristina la capacità dell’articolazione di percepire la propria posizione nello spazio e di reagire rapidamente alle sollecitazioni, migliorando la stabilità e riducendo drasticamente il rischio di recidive. La riabilitazione culmina con esercizi funzionali che simulano le attività quotidiane o i gesti sportivi specifici, preparando il paziente a un ritorno sicuro alle proprie abitudini.

Il trattamento chirurgico è riservato a casi selezionati di distorsioni di grado III con instabilità persistente, o quando il trattamento conservativo non ha avuto successo; in ogni caso, anche dopo l’intervento, un protocollo riabilitativo fisioterapico intensivo è indispensabile per recuperare completamente la funzione articolare.

L’approccio personalizzato e la guida professionale del team di Fisioterapia D’Arpa di Palermo sono fondamentali per un recupero ottimale e duraturo: prenota un appuntamento e migliora la qualità della tua vita. 

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