Miosite: cause, sintomi e trattamenti per l'infiammazione muscolare

Fisioterapia

Miosite: cause, sintomi e trattamenti

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Con il termine medico miosite si fa riferimento a una particolare condizione patologica che comporta l’infiammazione dei muscoli del corpo. In pratica, con la miosite in corso, le fibre muscolari dei muscoli si deteriorano; inizialmente il paziente avverte astenia (debolezza) e mialgia (dolore muscolare) alla contrazione, successivamente può incorrere in vera e propria atrofia muscolare.

Di norma è possibile guarire del tutto dalla miosite, ma solo se si interviene tempestivamente e con un trattamento mirato, altrimenti si rischiano gravi conseguenze.

Quali sono le cause della miosite?

Le cause scatenanti della miosite sono tantissime e in base a queste la patologia può essere classificata in svariate tipologie. Ecco le principali:

  • miopatie infiammatorie idiopatiche, che comprendono le forme rare di miosite per le quali non è possibile individuare una causa certa. Per questo vengono definite idiopatiche: polimiosite idiopatica, dermatomiosite idiopatica e miosite da corpi inclusi, che si manifestano allo stesso modo delle malattie autoimmuni;
  • miosite infettiva, provocata dall’invasione dell’organismo da parte di virus, parassiti e batteri. Quelli più comuni sono i virus influenzali, alcuni virus del tratto respiratorio, i batteri stafilococchi, il parassita Trichinella e il virus dell’AIDS;
  • miosite associata ad altre patologie, nello specifico lupus eritematoso sistemico, tiroidite di Hashimoto, tumore dell’ovaio, tumore al polmone, tumore al seno, sclerodermia e neoplasie in generale;
  • miosite ossificante, causata dalla formazione di una massa ossea all’interno di uno o più muscoli che, a sua volta, scaturisce quasi sempre da un trauma muscolare;
  • miosite indotta da farmaci, in particolare quelli prescritti per abbassare il colesterolo e la zidovudina, un antivirale per contrastare il virus dell’AIDS.

Quali sono i sintomi della miosite?

Il quadro sintomatologico che accomuna tutte le varie forme di miosite comprende debolezza muscolare (astenia), indolenzimento muscolare e dolore muscolare (mialgia). Entrando più nel dettaglio, poi, ciascuna tipologia di miosite presenta sintomi propri e specifici:

  • la miosite infettiva, oltre a mialgia e astenia, comporta anche febbre alta, brividi di freddo, mal di gola, tosse, affaticamento, naso che cola e arrossamento cutaneo. I sintomi, in ogni caso, possono variare in base al virus, batterio o parassita contratto;
  • nella miosite associata ad altre patologie i sintomi cambiano in base all’origine, quindi sono dettati dalla malattia alla base;
  • con la miosite ossificante si avvertono debolezza e dolore alla palpazione del muscolo coinvolto;
  • la miosite indotta da farmaci, oltre astenia e dolore muscolare, provoca anche crampi frequenti.

Come si diagnostica la miosite?

La diagnosi di miosite richiede un esame obiettivo che, nella maggior parte dei casi, deve essere supportato da esami strumentali e di laboratorio. In un primo momento, quindi, il medico interroga il paziente sui sintomi avvertiti e sulla sua storia clinica, per poi passare alla palpazione dei muscoli.

Se l’esame fisico fa supporre una miosite in corso, è opportuno procedere con esami strumentali ed esami di laboratorio, che permettono di ottenere un quadro più chiaro della condizione. Nello specifico si rivelano utili:

  • esami del sangue, che consentono di misurare la quantità di determinati enzimi e molecole che nei malati di miosite mostrano particolari livelli;
  • biopsia muscolare, che prevede il prelievo e l’analisi di un campione di tessuto muscolare. Attraverso l’osservazione al microscopio è, infatti, possibile constatare se all’interno delle cellule sia in corso un’infiammazione;
  • elettromiogramma, utile per misurare l’attività elettrica dei muscoli;
  • risonanza magnetica nucleare (RMN), utilizzata più che altro per individuare il punto ideale dove eseguire l’eventuale biopsia;
  • radiografia ai raggi X, alla quale si ricorre quando si sospetta una miosite ossificante;
  • tomografia assiale computerizzata (TAC), utile quando si sospetta una miosite infettiva.

In base ai risultati ottenuti è possibile stabilire un piano terapeutico personalizzato in base alla causa scatenante, ai sintomi e alle esigenze del singolo paziente.

Come si cura la miosite?

Il trattamento della miosite dipende dalla causa di origine della patologia, considerando che sintomi e complicanze derivano proprio da questo. Più nel dettaglio:

  • per le miopatie infiammatorie croniche si inizia solitamente con la somministrazione di corticosteroidi e, se questi non funzionano, si procede con farmaci immunosoppressori o con l’iniezione endovenosa di immunoglobuline. I primi effetti iniziano a manifestarsi dopo circa 1-2 mesi dall’inizio del trattamento;
  • per la miosite da corpi inclusi si procede come per le miopatie infiammatorie idiopatiche ma, purtroppo, nella maggior parte dei casi non si ottengono risultati soddisfacenti, anzi: il paziente tende a peggiorare nel corso degli anni;
  • nel caso della miosite infettiva, è consigliato stare a riposo e assumere farmaci analgesici e antinfiammatori. Ovviamente, bisogna contrastare l’agente patogeno che ha scatenato la condizione: per i batteri servono gli antibiotici, mentre per la Trichinella vengono prescritti  il mebendazolo o l’albendazolo. Le infezioni lievi, di solito, si risolvono nell’arco di 4-7 giorni, mentre quelle più persistenti possono richiedere anche 3 settimane;
  • per la miosite associata ad altre patologie, il trattamento non punta alla guarigione dei sintomi della stessa, quanto della malattia scatenante. Se, per esempio, all’origine c’è il lupus eritematoso sistemico bisogna optare per farmaci immunosoppressori, mentre i farmaci antitumorali sono prescritti se il paziente è affetto da tumore ai polmoni;
  • nei casi di miosite ossificante bisogna generalmente attendere che la massa ossea scompaia spontaneamente, il che accade di solito nell’arco di qualche mese. Se ciò non accade serve, purtroppo, l’intervento chirurgico;
  • per quanto riguarda la miosite indotta da farmaci, è sufficiente interrompere la terapia farmacologica che ha provocato la condizione per risolvere l’infiammazione muscolare. Il tutto richiede diverse settimane, ma è risolutivo.

Si può prevenire la miosite?

Per fortuna sì, è possibile prevenire alcune forme di miosite seguendo le linee guida fornite dalla maggior parte dei medici. In particolare bisogna:

  • fare il vaccino antinfluenzale ogni anno, soprattutto coloro che hanno un sistema immunitario piuttosto debole;
  • mangiare la carne ben cotta, dato che il parassita Trichinella prolifera proprio nella carne cruda;
  • astenersi dall’uso di droghe, in particolare quelle iniettabili;
  • utilizzare sempre e correttamente il preservativo, soprattutto durante i rapporti occasionali;
  • mantenere la cute detersa e pulita, utilizzando se necessario prodotti specifici;
  • evitare l’assunzione di farmaci in modo fai da te, in particolare quelli che potrebbero provocare una miosite indotta da farmaci.

Inoltre, nella miosite la fisioterapia ha un ruolo soprattutto di prevenzione dell’atrofia muscolare e di mantenimento della forza muscolare, attraverso esercizi personalizzati che non aggravano ulteriormente l’infiammazione. Altro approccio è la terapia occupazionale, che ha lo scopo di migliorare la qualità di vita del paziente rendendolo autonomo nell’attività quotidiana

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