La sindrome del tunnel carpale

Fisioterapia

Sindrome del tunnel carpale

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Si sente spesso parlare di tunnel carpale, cioè dello stretto canale racchiuso dalle ossa carpali. Viene definito “tunnel” perché consiste in una via di passaggio di ben 9 tendini e del nervo mediano.

La sindrome del tunnel carpale è un disturbo neurologico che coinvolge il polso e la mano, provoca dolore e, in alcuni casi, anche intorpidimento e formicolio locale. La causa è la sofferenza del nervo mediano, che viene compresso provocando dolore e altri disturbi connessi.

La sindrome del tunnel carpale può colpire chiunque, anche se le statistiche rivelano che tende a manifestarsi in soggetti con un’età medio-avanzata, quindi tra i 46 e i 60 anni, e sono le donne a soffrirne maggiormente. In ogni caso, si tratta della sindrome da compressione nervosa più diffusa in assoluto, tanto da costituire circa il 90% delle forme di disturbo neurologico.

Quali sono le cause e i fattori di rischio della sindrome del tunnel carpale?

La causa scatenante della sindrome del tunnel carpale è la compressione del nervo mediano che transita al suo interno. Questo schiacciamento, a sua volta, può essere provocato da:

  • un restringimento dello stesso tunnel carpale, che riduce quindi lo spazio disponibile per il transito;
  • un ispessimento della guaina sinoviale che ricopre i tendini dei muscoli flessori che passano per il tunnel stesso, il che comporta irritazione e infiammazione del nervo mediano.

Insieme a queste due cause principali subentrano ulteriori fattori di rischio della sindrome del tunnel carpale:

  • predisposizione anatomica, cioè quando si ha naturalmente un tunnel carpale molto stretto;
  • sesso, dato che la sindrome del tunnel carpale è più frequente nelle donne rispetto che negli uomini;
  • storia familiare, che può creare una sorta di “ereditarietà” della sindrome;
  • alcune patologie pregresse, come diabete, artrite reumatoide, obesità, gotta, insufficienza renale, ritenzione idrica e ipotiroidismo;
  • gravidanza, per via della ritenzione idrica che aumenta soprattutto nelle settimane precedenti il parto;
  • traumi e infortuni a carico del polso;
  • alcune attività manuali, in particolare quelle che richiedono a mano e polso di compiere determinati movimenti in modo costante e ripetitivo. Rientrano tra queste attività anche suonare uno strumento musicale, utilizzare strumenti vibranti come la motosega e usare il pc per molte ore al giorno.

Quali sono i sintomi della sindrome del tunnel carpale?

Quando insorge, la sindrome del tunnel carpale si manifesta con intorpidimento, formicolio, dolore e/o bruciore a livello delle dita della mano. Si tratta di sintomi che, di solito, compaiono gradualmente e peggiorano in due occasioni specifiche:

  • durante la notte, probabilmente a causa di flessioni involontarie del polso;
  • quando si piega ripetutamente e in modo prolungato il polso, per esempio quando si guida o si tiene il cellulare all’orecchio.

Oltre questi sintomi principali, la sindrome del tunnel carpale può comportare ulteriori disturbi:

  • difficoltà a piegare il pollice;
  • dolore sordo a braccio e avambraccio, spesso accompagnato da formicolio;
  • senso di debolezza alla mano;
  • difficoltà nell’impugnare gli oggetti;
  • riduzione della sensibilità tattile alle dita della mano;
  • pelle secca;
  • gonfiore e alterazioni del colore della pelle a livello di mano e polso.

Anche questi sintomi appena elencati tendono a peggiorare dopo aver compiuto determinati movimenti con il polso e la mano sofferenti. In presenza di una sindrome del tunnel carpale grave, se non si interviene tempestivamente, è possibile incorrere in un danno al nervo mediano e ai tendini dei muscoli flessori della mano, il che potrebbe richiedere l’intervento chirurgico.

Come si diagnostica la sindrome del tunnel carpale?

Per ottenere una diagnosi di sindrome del tunnel carpale è quasi sempre sufficiente che il paziente si sottoponga a un’accurata anamnesi e a un meticoloso esame obiettivo; tuttavia, sono numerosi i medici che preferiscono approfondire la condizione ricorrendo a esami diagnostici strumentali.

L’anamnesi della sindrome del tunnel carpale indaga su patologie e infortuni pregressi, stato attuale di salute, eventuali interventi chirurgici subìti, attività lavorativa svolta e stile di vita. Attraverso le informazioni ottenute, il medico è già in grado di farsi un’idea di quale possa essere la situazione.

Si procede, poi, con l’esame obiettivo: il medico analizza e palpa il polso e la mano del paziente, per poi chiedergli di riferire i sintomi avvertiti e di compiere alcuni movimenti per valutare le funzionalità.

Infine, è possibile compiere ulteriori esami di approfondimento, utili non solo per confermare quanto emerso da anamnesi ed esame obiettivo, ma anche indagare su un’eventuale patologia in corso ma non ancora diagnosticata. I test diagnostici impiegati sono:

  • studio della conduzione nervosa o elettroneurografia, che permette di rilevare la velocità della trasmissione dei segnali nervosi. Per chi è affetto da sindrome del tunnel carpale la procedura consiste nell’applicazione di due elettrodi (uno sulla mano, l’altro sul braccio) che stimolano il nervo mediano affinché diffonda un segnale nervoso. Se quest’ultimo rallenta quanto attraversa il tunnel carpale, allora è altamente probabile che si tratti di compressione nervosa;
  • elettromiografia, che consente di misurare l’attività elettrica naturale dei muscoli. Sulla zona interessata vengono applicati uno o più elettrodi, con i quali è possibile escludere o confermare la presenza di un danno muscolare;
  • raggi X, prescritti solitamente quando si sospettano una frattura dell’articolazione o la presenza di un disturbo articolare degenerativo (come l’artrite reumatoide);
  • esami del sangue, che vengono richiesti quando il medico sospetta che all’origine della sindrome del tunnel carpale ci sia una forma non ancora diagnosticata di ipotiroidismo, diabete, artrite reumatoide o gotta.

In base ai risultati ottenuti da anamnesi, esame obiettivo e test diagnostici, il medico può elaborare il piano terapeutico più indicato per il paziente.

Come si cura la sindrome del tunnel carpale?

Le cure per la sindrome del tunnel carpale variano in base alla gravità e alla durata dei sintomi; se si ha a che fare con una sintomatologia lieve e sopportabile, infatti, si tende a un approccio di tipo conservativo; al contrario, se i sintomi sono intensi, invalidanti e persistono da 6-10 mesi, allora è preferibile valutare l’intervento chirurgico.

Se si interviene tempestivamente, si può guarire dalla sindrome del tunnel carpale e in tempi anche abbastanza brevi. L’importante è eseguire tutti gli esami di approfondimento del caso e puntare alla risoluzione della causa scatenante.

Trattamento conservativo per la sindrome del tunnel carpale

Quando la sindrome del tunnel carpale è di lieve entità e i sintomi sono sopportabili, allora si può procedere con un trattamento di tipo conservativo, che prevede:

  • uso di un tutore per il polso, da indossare soprattutto durante la notte per evitare che il polso assuma quelle posizioni che causano dolore, intorpidimento e formicolio;
  • riposo, inteso come astensione dal compiere tutti quei movimenti con il polso che provocano dolore;
  • applicazione di ghiaccio sul polso, per un effetto antinfiammatorio, da compiere 4-5 volte al giorno per almeno 15-20 minuti consecutivi;
  • fisioterapia, che con esercizi di stretching e mobilità del polso permette di alleviare la tensione a carico dei tendini che transitano dal tunnel carpale e, al contempo, di decomprimere il nervo mediano;
  • assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che consentono di alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione;
  • iniezione locale di farmaci corticosteroidi, soprattutto quando i sintomi sono fastidiosi e invalidanti. É molto importante ricorrere a questi farmaci solo in via temporanea, poiché causano numerosi effetti collaterali.

Trattamento chirurgico per la sindrome del tunnel carpale

Quando i sintomi del tunnel carpale sono intensi, invalidanti e persistenti da 6-10 mesi e/o quando il paziente non risponde positivamente al trattamento conservativo è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Il trattamento chirurgico per la sindrome del tunnel carpale è di tipo ambulatoriale e consiste nella decompressione del nervo mediano sofferente tramite un allargamento del tunnel carpale. L’intervento può essere eseguito tramite:

  • tecnica chirurgica classica o “a cielo aperto”, con un’incisione di alcuni centimetri a livello del polso;
  • tecnica artroscopica o artroscopia, che comporta delle piccole incisioni per consentire il passaggio di telecamera e strumenti chirurgici utili alla decompressione.

Dopo l’intervento, il paziente deve tenere il polso bendato per alcuni giorni per poi iniziare a indossare il tutore e a compiere i primi esercizi di riabilitazione sotto la supervisione di un fisioterapista esperto.

L’intervento chirurgico destinato alla risoluzione della sindrome del tunnel carpale è tendenzialmente sicuro, ma non privo di complicanze: nonostante sia raro, l’operazione potrebbe comportare infezioni, perdita di sangue, cicatrici visibili, pollice a scatto e danni permanenti al nervo mediano operato.

In ogni caso, secondo le statistiche l’intervento chirurgico per la sindrome del tunnel carpale garantisce risultati soddisfacenti in oltre il 50% dei pazienti.

Si può guarire dalla sindrome del tunnel carpale?

Sì, la sindrome del tunnel carpale è una condizione dalla quale è assolutamente possibile guarire. Per far sì che questo accada, però, è fondamentale fare attenzione a una serie di fattori:

  • la diagnosi deve essere precoce;
  • il trattamento deve essere tempestivo;
  • bisogna immediatamente correggere le cattive abitudini che danneggiano il polso;
  • bisogna cambiare immediatamente un eventuale stile di vita sbagliato, come nel caso delle persone affette da obesità o diabete.

Si può prevenire la sindrome del tunnel carpale?

Considerando che la tra i fattori di rischio della sindrome del tunnel carpale rientrano anche i movimenti compiuti in occasione di determinate attività manuali e/o lavorative, può essere utile:

  • eseguire certe operazioni impiegando meno forza, in modo da non stressare eccessivamente mano e polso;
  • fare pause frequenti, così da alleggerire il carico e la tensione su mano e polso;
  • migliorare la postura, dato che posizioni errate di spalle e collo influiscono sulla salute di braccia, mani e polsi;
  • mantenere la mano sofferente al caldo, poiché il calore garantisce una buona flessibilità delle dita, magari indossando dei guanti;
  • fare attenzione alla posizione del polso, evitando posture scomode o stressanti.

Tenendo a mente questi consigli e facendo affidamento sull’esperienza di un fisioterapista specializzato è possibile prevenire e intervenire tanto tempestivamente, quanto efficacemente in presenza della sindrome del tunnel carpale.

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