Lombalgia da ernia discale

Lombalgia da ernia discale: sintomi e trattamenti

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Lombalgia da ernia discale

L’ernia del disco, conosciuta anche come ernia discale, è una patologia a carico di uno dei cuscinetti (dischi intervertebrali) posizionati tra le ossa (vertebre) che compongono la colonna vertebrale.

Ogni cuscinetto presenta un “ripieno” morbido e gelatinoso, chiamato nucleo, rivestito da un esterno duro e fibroso (l’anulus). L’ernia del disco si manifesta quando parte del nucleo fuoriesce tramite una lacerazione dell’anulus; nella stessa occasione, il frammento di nucleo erniato comprime un nervo causando dolore.

L’ernia discale può interessare qualsiasi parte della colonna vertebrale, anche se si presenta con frequenza maggiore nella parte bassa della schiena, quindi nel tratto lombare. Andando a comprimere il nervo, l’ernia provoca dolore, intorpidimento e/o debolezza alla gamba adiacente, anche se in numerosi casi i pazienti non avvertono alcun sintomo.

Di solito, l’ernia discale non prevede l’intervento chirurgico e viene trattata tramite rimedi conservativi. Un supporto fisioterapico, presso centri specializzati come il Poliambulatorio D’Arpa di Palermo, si rivela estremamente utile per risolvere efficacemente la condizione.

Cos’è l’ernia lombare?

L’ernia lombare, che coinvolge prevalentemente gli uomini con un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, interessa la sezione inferiore della colonna vertebrale, nello specifico il disco compreso tra la quarta e la quinta vertebra.

Il paziente si accorge della sua presenza perché, comprimendo il nervo, l’ernia lombare causa dolore e/o formicolio alla gamba. Solo in casi più rari l’ernia lombare può innescare sintomi più preoccupanti, come debolezza degli arti inferiori, disturbi urinari e intestinali, e paresi o paralisi, ma accade quando è talmente grande da comprimere quasi tutte le radici spinali.

Quali sono le cause dell’ernia al disco?

La causa principale di ernia del disco è l’età, perché con l’invecchiamento il disco intervertebrale si usura inevitabilmente, disidratandosi e diventando sempre meno resistente ed elastico.

Non solo, perché lo sviluppo dell’ernia del disco può essere favorito da altri fattori di rischio quali:

  • sovrappeso;
  • posture scorrette;
  • scarsa attività fisica;
  • sport impegnativi, come il sollevamento pesi;
  • attività lavorative usuranti;
  • traumi;
  • lesioni della colonna vertebrale;
  • infiammazioni del disco;
  • infezioni da streptococco, stafilococco e tubercolosi;
  • dieta squilibrata;
  • scarsa qualità del sonno;
  • fumo e alcol;
  • predisposizione genetica.

Quali sono i sintomi dell’ernia del disco?

Come accennato, non è detto che l’ernia del disco sia sintomatica; spesso accade che la sua presenza si manifesti solo in occasione di esami diagnostici compiuti per altri motivi, dai quali emergono protrusioni o ernie discali vere e proprie senza che il paziente se ne sia mai accorto.

Questo dipende dalla natura dell’ernia stessa: diventa sintomatica, infatti, solo se va a comprimere un nervo spinale, altrimenti rimane silente e assolutamente innocua.

Se si manifesta, allora il sintomo principale è un’intensa sensazione dolorosa che può presentarsi durante il movimento o meno, accompagnata talvolta da formicolio o sensazione di intorpidimento di uno o più arti, debolezza, difficoltà di movimento e, solo in alcuni casi, malfunzionamento di intestino e vescica.

Come si diagnostica l’ernia del disco?

L’ernia del disco è una patologia benigna, che nella maggior parte dei casi non deve destare alcuna preoccupazione. Tuttavia, è sempre opportuno individuarne la presenza, la natura e il collocamento, così da poter comunque intervenire per prevenire qualsiasi conseguenza spiacevole.

Questo vale soprattutto se l’ernia del disco provoca dolore che, alla lunga, può rivelarsi debilitante e invalidante, tanto da spingere il paziente a ricorrere a farmaci antinfiammatori e analgesici.

Il paziente deve, quindi, sottoporsi a una visita neurochirurgica; in questa occasione, il medico accerta la presenza dell’ernia del disco, raccoglie tutte le informazioni utili per stabilire una diagnosi completa ed esamina attentamente i sintomi. Successivamente, ricorre a test diagnostici accurati come la risonanza magnetica, che permette non solo di individuare l’ernia, ma anche di studiare il disco vertebrale, i legamenti, il midollo e le radici nervose. Se il paziente non può sottoporsi a risonanza magnetica (perché, per esempio, è portatore di pacemaker), allora il medico può optare per una TAC.

Inoltre, anche la radiografia del rachide lombo-sacrale consente di verificare lo stato generale della colonna vertebrale, soprattutto se seguita da una radiografia dinamica, che analizza in modo approfondito la sua capacità di movimento.

Infine, in alcuni casi, il neurochirurgo può ritenere utili (se non necessari) alcuni esami neurofisiologici per studiare ancora più attentamente il funzionamento di midollo spinale e radici nervose: si tratta dell’elettromiografia (EMG) e dell’esame dei potenziali evocati somato-sensitivi (PESS) o motori (PEM).

Come si cura l’ernia del disco?

In presenza di ernia del disco, se il paziente non manifesta sintomi gravi e invalidanti, si procede con un trattamento di tipo conservativo che, oltre al riposo, prevede una terapia farmacologica relativamente breve a base di farmaci analgesici e antinfiammatori per ridurre il dolore, miorilassanti per alleviare i fastidi derivanti dalla compressione dei nervi e corticosteroidi, somministrati prevalentemente per via infiltrativa.

Il trattamento conservativo comprende anche la fisioterapia che, alla lunga, offre una serie di benefici e risultati ottimali grazie a massaggi, allungamenti, trazioni, rieducazione posturale ed esercizi studiati ad hoc. In alcuni casi, si rivela utile l’uso di corsetti o fasce elastiche, che offrono al paziente un ulteriore supporto nell’esecuzione delle terapie fisiche.

Inoltre, sempre in ambito fisioterapico, sono d’aiuto anche alcune terapie strumentali come la laserterapia, l’ozonoterapia, la tecarterapia, la terapia a ultrasuoni e la ionoforesi, tutte indicate per alleviare il dolore, stabilizzare la condizione del paziente e accelerare il processo di guarigione.

In particolare, presso il Centro Medico Convenzionato D’Arpa, i pazienti affetti da lombalgia causata da ernia discale possono usufruire della CHELT Therapy, un dispositivo medico realizzato a supporto di laserterapia e crioterapia con l’obiettivo di fornire riscaldamento topico in modo da innalzare la temperatura dei tessuti e, di conseguenza, alleviare dolori muscolari e articolari, spasmi muscolari e rigidità locali. Si tratta di uno strumento molto accurato che, oltre a favorire il rilassamento muscolare, aumenta temporaneamente la circolazione sanguigna locale. Non solo, perché il dispositivo è personalizzabile, dato che consente di modificare le impostazioni di potenza e lunghezza d’onda, fino a 90W di potenza effettiva, in base alla patologia da trattare e alle esigenze del singolo paziente.

Solo nel caso in cui il trattamento conservativo non dovesse portare alcun beneficio, allora il neurochirurgo può proporre l’intervento chirurgico, volto a evitare che la condizione peggiori e a eliminare definitivamente il dolore, così da consentire al paziente di migliorare la qualità della sua vita.

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