
Fisioterapia
Peritendinite: cause, sintomi e trattamento fisioterapico
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La peritendinite, spesso confusa con la più nota tendinite, è una condizione infiammatoria che interessa la guaina sinoviale, la sottile membrana che riveste i tendini in alcune aree del corpo, che ha il compito di lubrificare il tendine facilitandone lo scorrimento e proteggendolo dall’attrito. Quando questa guaina si infiamma, il movimento del tendine diventa doloroso e limitato, compromettendo significativamente la funzionalità dell’area colpita. La peritendinite è una patologia comune, spesso causata da sovraccarichi o movimenti ripetitivi, che può colpire diverse articolazioni come la caviglia, il polso o la spalla.
Riconoscere i sintomi precocemente e intraprendere un percorso terapeutico adeguato è indispensabile per evitare la cronicizzazione del dolore e recuperare il pieno benessere. In questi, i professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo sono un punto di riferimento per una diagnosi accurata e un trattamento efficace.
Le cause della peritendinite
La peritendinite è una patologia prevalentemente da sovraccarico funzionale o da attrito ripetuto, quindi le sue cause sono strettamente legate all’eccessivo utilizzo o a movimenti non corretti che stressano la guaina tendinea; questo si verifica in attività quotidiane o lavorative che comportano movimenti costanti e ciclici o in sport che richiedono gesti tecnici ripetitivi, come il tennis, la corsa, il basket o il golf. Spesso, un’errata tecnica di movimento nello sport o durante le attività lavorative può aumentare l’attrito e la pressione sulla guaina, favorendo l’infiammazione. Allo stesso modo, un aumento improvviso dell’intensità o della durata dell’attività fisica, senza un’adeguata preparazione o un riscaldamento sufficiente, può sovraccaricare i tendini e le loro guaine.
Anche l’attrezzatura inadeguata (come scarpe da corsa non idonee) o la mancanza di adeguati riscaldamento e defaticamento prima e dopo l’esercizio fisico contribuiscono al rischio, così come alcuni fattori anatomici, anche se meno frequenti, possono predisporre alla peritendinite; parliamo, per esempio, di speroni ossei o alterazioni che aumentano l’attrito.
Occasionalmente, la peritendinite può essere una manifestazione di condizioni sistemiche più complesse, come l’artrite reumatoide, ma nella stragrande maggioranza dei casi è una conseguenza di stress meccanico. In ogni caso, è importante distinguere la peritendinite dall’infiammazione del tendine stesso (tendinite), anche se spesso le due condizioni coesistono.
I sintomi della peritendinite
Riconoscere i sintomi della peritendinite è fondamentale per una diagnosi precoce e un intervento tempestivo.
Il sintomo principale è il dolore localizzato lungo il decorso del tendine e della sua guaina, spesso descritto come acuto o pungente e peggiora significativamente con il movimento specifico del tendine o con la palpazione diretta dell’area interessata. Una caratteristica distintiva della peritendinite è il possibile “crepitio” o “scricchiolio” che si può avvertire o persino udire durante il movimento del tendine, una sensazione causata dall’attrito tra il tendine e la guaina infiammata e ispessita.
L’area colpita, spesso, presenta gonfiore, che può essere visibile o percepibile al tatto come un ispessimento lungo il tendine; altri segni infiammatori comuni includono calore e arrossamento della pelle sopra la guaina infiammata. Anche la dolorabilità alla palpazione è molto elevata e una leggera pressione sul tendine interessato può provocare dolore intenso. A causa del dolore e del gonfiore, il movimento dell’articolazione coinvolta può risultare limitato o rigido e, in alcuni casi, si può avvertire una debolezza secondaria all’inibizione muscolare dovuta al dolore.
Come si diagnostica la peritendinite
La diagnosi della peritendinite si basa principalmente su un’attenta raccolta dell’anamnesi del paziente e su un esame clinico approfondito. Il medico o il fisioterapista iniziano con la raccolta di informazioni sul tipo di attività svolte, sull’insorgenza del dolore, sulla sua localizzazione e sui fattori che lo aggravano o lo alleviano.
Segue l’esame obiettivo, con il quale il terapista osserva la zona per individuare gonfiore, arrossamento o deformità. La palpazione lungo il tendine interessato è fondamentale per individuare la massima dolorabilità e percepire l’eventuale ispessimento della guaina o il crepitio durante il movimento. Vengono, quindi, eseguite manovre specifiche per testare il tendine in questione, come la dorsiflessione del piede per il tendine d’Achille o il test di Finkelstein per la sindrome di De Quervain al polso, che riproducono il dolore e confermano il coinvolgimento della guaina. Viene anche valutato il range di movimento dell’articolazione e la forza muscolare.
Le indagini strumentali sono spesso utilizzate per confermare la diagnosi, escludere altre patologie o valutarne l’estensione: l’ecografia è l’esame di prima scelta per la peritendinite, in quanto permette di visualizzare in tempo reale l’infiammazione della guaina tendinea, l’eventuale presenza di liquido o ispessimenti e di osservare lo scorrimento del tendine all’interno della guaina durante il movimento, mentre la risonanza magnetica (RM) può essere richiesta in casi complessi o quando è necessario escludere lesioni più gravi al tendine stesso o alle strutture circostanti, poiché offre una visione più dettagliata dei tessuti molli.
I migliori trattamenti per la peritendinite
Il trattamento della peritendinite mira a ridurre l’infiammazione, alleviare il dolore, ripristinare la funzionalità del tendine e prevenire le recidive.
In una fase iniziale, è fondamentale il riposo relativo dell’area interessata, per evitare le attività che scatenano il dolore. L’applicazione di ghiaccio (crioterapia) più volte al giorno può aiutare a ridurre il gonfiore e l’infiammazione e, al contempo, il medico può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), sia per via orale che topica (creme), per controllare il dolore e l’infiammazione. In caso di infiammazione particolarmente severa e persistente, si possono valutare le infiltrazioni locali di corticosteroidi nella guaina tendinea, per un effetto antinfiammatorio potente e mirato. Un breve periodo di immobilizzazione tramite tutori o bendaggi, infine, può essere consigliato per ridurre lo stress sul tendine e favorirne il riposo.
Nell’ambito del trattamento conservativo della peritendinite, la fisioterapia si rivela essenziale per un recupero completo e per prevenire future insorgenze. Nella fase acuta, l’obiettivo primario è la riduzione del dolore e dell’infiammazione: vengono utilizzate terapie fisiche strumentali come la tecarterapia, il laser ad alta potenza, gli ultrasuoni o la TENS, che aiutano a modulare il dolore, ridurre l’edema e accelerare i processi di guarigione a livello cellulare. Anche l’applicazione di crioterapia continua è spesso consigliata per controllare l’infiammazione.
Una volta che il dolore acuto è sotto controllo, il fisioterapista si concentra sul recupero della mobilità e della funzionalità: attraverso la terapia manuale, vengono eseguite tecniche di massaggio delicato e mobilizzazione dei tessuti molli attorno al tendine per ridurre le aderenze, migliorare lo scorrimento della guaina e ripristinare l’elasticità. Gli esercizi terapeutici sono indispensabili: si inizia con stretching dolci e progressivi per allungare i muscoli e tendini accorciati, seguiti da esercizi di rinforzo graduali.
Altri due aspetti essenziali del trattamento fisioterapico sono la correzione biomeccanica e l’educazione del paziente: il fisioterapista valuta la postura, l’andatura, la tecnica nei movimenti sportivi o lavorativi per identificare e correggere i fattori che hanno causato la peritendinite e fornisce indicazioni sull’uso di calzature adeguate e sull’importanza di un corretto riscaldamento e defaticamento.
Solo in rari casi di peritendinite cronica e resistente a tutti i trattamenti conservativi, si può prendere in considerazione l’intervento chirurgico che, di solito, consiste nella rimozione di tessuto infiammato o nel rilascio della guaina tendinea. In ogni caso, dopo l’intervento, la fisioterapia è indispensabile per la riabilitazione.
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