Il diabete è una patologia cronica che può causare complicanze gravi. Sintomi, diagnosi, trattamenti e il ruolo della fisioterapia nella sua gestione.

Fisioterapia

Diabete: il ruolo della fisioterapia nel trattamento del paziente diabetico

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Il diabete mellito, più comunemente conosciuto come diabete, consiste in una patologia metabolica cronica caratterizzata da iperglicemia, quindi alti livelli di glucosio nel sangue. Il ruolo di protagonista è assegnato all’insulina, un ormone fondamentale per il passaggio del glucosio nel sangue.

Esistono numerosi modi per tenere a bada il diabete ed evitare spiacevoli complicanze; tuttavia, se trascurato a non curato correttamente, questa patologia può provocare disturbi di natura cardiovascolare, come la macroangiopatia (forma grave e precoce di aterosclerosi) e la microangiopatia (un’alterazione dei vasi capillari con conseguenze su reni, nervi e retina).

Nel trattamento del diabete, la fisioterapia può rivelarsi particolarmente utile: così come suggerito dai fisioterapisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, infatti, l’esercizio fisico costante e commisurato alle caratteristiche del paziente diabetico può favorire il controllo dell’insulina, mantenere il peso-forma e prevenire tutte le possibili complicanze (anche gravi) del caso.

Quali sono le cause del diabete?

Esistono varie tipologie di diabete e ciascuna si contraddistingue per origine e sintomi differenti. Sinteticamente, il diabete può essere causato da:

  • ridotta disponibilità di insulina, che risulta in quantità inferiore rispetto a quella necessaria all’organismo per funzionare correttamente;
  • impedimento alla normale azione dell’insulina, che è presente ma l’organismo non riesce a sfruttarla adeguatamente;
  • combinazione di entrambi i fattori, quindi l’insulina è insufficiente e, al contempo, non funziona correttamente.

Per distinguere le varie tipologie di diabete, la comunità medica ha cercato di stilare una sorta di classificazione che fosse il più completa possibile. Attualmente, si fa riferimento alla suddivisione formulata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall’ADA (American Diabetes Association) nel 1997:

  • diabete di tipo 1: è una malattia autoimmune causata dalla distruzione delle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas. Si caratterizza per l’assenza di insulina, dato che le cellule incaricate di produrla sono andate distrutte. Compare in età giovanile, tanto da essere conosciuto anche come diabete giovanile, e la principale terapia consiste nell’assunzione di insulina;
  • diabete di tipo 2: è una condizione che inizia quasi sempre con un’insensibilità dei tessuti all’insulina, per poi tramutarsi in una ridotta produzione della stessa. La patologia è tipica degli adulti ed è fortemente collegata allo stile di vita, tanto che i fattori predisponenti sono la sedentarietà, l’obesità, il sovrappeso e gli eccessi alimentari;
  • diabete gestazionale: coinvolge solo le donne ed è conseguente ai cambiamenti ormonali tipici della gravidanza. Nel dettaglio, la causa scatenante è l’insulino-resistenza di alcuni ormoni della placenta. In genere, questo tipo di diabete di risolve spontaneamente dopo il parto.

Quali sono i sintomi del diabete?

Come fa un paziente a capire se soffre o meno di diabete? Gli esperti di Fisiokinesiterapia D’Arpa di Palermo suggeriscono di fare attenzione ai seguenti sintomi tipici del diabete:

  • aumento dell’appetito;
  • iperglicemia sia a digiuno, sia dopo i pasti;
  • polidipsia, cioè aumento del senso di sete;
  • poliuria, cioè la necessità di urinare spesso;
  • nicturia, cioè il bisogno di urinare durante la notte;
  • offuscamento della vista;
  • stanchezza e senso di debolezza ricorrenti;
  • facilità nel contrarre infezioni, soprattutto cutanee, vaginali e gengivali;
  • lentezza nella guarigione delle ferite;
  • irritabilità:
  • pelle secca e prurito;
  • cefalea.

Questi sono i sintomi in comune tra tutte le tipologie di diabete. Entrando più nel dettaglio del diabete di tipo 1, possono manifestarsi anche i seguenti sintomi:

  • glicosuria, cioè presenza di glucosio nelle urine;
  • polifagia paradossa, cioè l’aumento dell’appetito e del cibo assunto seguiti da una riduzione di peso;
  • chetoacidosi diabetica, cioè presenza di chetoni nelle urine.

Analizzando, invece, il diabete di tipo 2, il quadro sintomatologico comprende anche:

  • ipertrigliceridemia, cioè livelli alti di trigliceridi;
  • iperuricemia, cioè livelli alti di acido urico nelle urine;
  • condizione di sovrappeso/obesità;
  • difficoltà nel perdere peso.

All’insorgenza di uno o più sintomi appena elencati, è opportuno fare gli esami del sangue e, se necessario, rivolgersi immediatamente a un endocrinologo.

Come si diagnostica il diabete?

Per capire se un soggetto soffre di diabete, i medici prescrivono solitamente il dosaggio del glucosio. Attraverso l’analisi della glicemia, infatti, è possibile stabilire se i livelli di zucchero nel sangue possono aver favorito lo sviluppo di una forma di pre-diabete o di diabete vero e proprio.

Per quanto riguarda il diabete di tipo 1, la diagnosi si può ottenere anche tramite semplici esami del sangue e confermata dalla presenza di autoanticorpi contro le cellule beta del pancreas.

Come si cura il diabete?

A oggi, purtroppo, non esiste alcuna cura risolutiva per il diabete; tuttavia, è possibile conviverci trattandolo tramite terapia farmacologica e adottando uno stile di vita basato su un’alimentazione sana e un regolare esercizio fisico.

In merito all’alimentazione, la dieta indicata per i pazienti diabetici ha l’obiettivo di ridurre il rischio di complicanze, comprese le malattie cardiovascolari, mantenendo i livelli del glucosio e della pressione arteriosa quanto più prossimi a quelli normali.

In linea generale, gli esperti raccomandano una dieta ricca di carboidrati provenienti da frutta, grano, vegetali, latte scremato e legumi, in una quantità di circa 130 grammi al giorno. Il saccarosio deve essere sostituito con appositi dolcificanti e bisogna limitare l’apporto di grassi.

Se i pazienti con diabete di tipo 1 necessitano anche di una terapia farmacologica, che permetta loro di controllare i livelli di insulina, i diabetici di tipo 2 devono prestare particolare attenzione al loro stile di vita e all’attività fisica, dato che tendenzialmente sono sovrappeso o evidentemente obesi. Di conseguenza, oltre a una dieta a ridotto apporto calorico, è consigliato rivolgersi a un fisioterapista che possa indicare loro una serie di esercizi per perdere peso, mantenersi attivi e tenere sotto controllo i livelli della pressione arteriosa.

Nel trattamento del paziente diabetico, i nostri fisioterapisti includono diversi esercizi utili al raggiungimento degli obiettivi appena citati. Ecco qualche esempio:

  • esercizi aerobici, da svolgere da 3 a 7 giorni a settimana, alternando attività moderata e vigorosa. In particolare, almeno 150 minuti a settimana di moderata e 75 minuti di vigorosa, coinvolgendo grandi gruppi muscolari in modo prolungato tramite bicicletta, corsa, camminata;
  • esercizi di forza, da svolgere 2 giorni a settimana non consecutivi, alternando attività moderata e vigorosa. In particolare, 8-10 esercizi da 1-3 serie ciascuna da 10-15 ripetizioni che vadano ad affaticare il sistema fino al progressivo aumento del carico. Possono essere utili pesi liberi e macchine isotoniche;
  • esercizi di flessibilità, da svolgere 2-3 giorni a settimana. Si tratta di esercizi di stretching su tutto il corpo, sia statico che dinamico.

Prendersi cura del proprio corpo è indispensabile per i pazienti diabetici. I nostri fisioterapisti sono pronti a mettere in gioco tutta la loro esperienza, garantendo ottimi miglioramenti e risultati evidenti e duraturi.

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