
Fisioterapia
Cos’è la cervicobrachialgia? Cause, sintomi e trattamenti
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La cervicobrachialgia, spesso definita anche nevralgia cervicobrachiale, è una sindrome dolorosa che si irradia dal collo lungo il braccio, fino alla mano e alle dita. Si tratta di una condizione caratterizzata dal coinvolgimento delle radici nervose che emergono dal tratto cervicale della colonna vertebrale e innervano l’arto superiore ed è proprio per questo che si rivela particolarmente dolorosa e, a tratti, invalidante.
Grazie alla fisioterapia è possibile alleviare i sintomi e recuperare in modo semplice e veloce; l’importante è affidarsi solo a fisioterapisti esperti, come i professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, in grado di offrire un approccio personalizzato, mirato ed efficace.
Quali sono le cause di cervicobrachialgia?
La cervicobrachialgia è quasi sempre causata dalla compressione o dall’irritazione di una o più radici nervose a livello cervicale, due condizioni che, a loro volta, sono provocate da:
- ernia del disco cervicale, una delle cause più frequenti. Il disco intervertebrale, che funge da cuscinetto tra le vertebre, può protrudere o erniare, esercitando pressione sulla radice nervosa adiacente;
- stenosi foraminale, in cui il forame intervertebrale è l’apertura attraverso cui la radice nervosa esce dalla colonna vertebrale. Un restringimento di questo forame, dovuto a degenerazione artrosica, speroni ossei o ispessimento dei legamenti, può comprimere la radice nervosa;
- spondilosi cervicale (artrosi cervicale), cioè la degenerazione delle vertebre e dei dischi cervicali, tipica dell’invecchiamento, che può portare alla formazione di osteofiti (speroni ossei);
- traumi, come colpi di frusta a seguito di incidenti automobilistici o lesioni sportive, possono causare infiammazione e compressione delle radici nervose;
- spasmo muscolare, cioè una contrattura prolungata dei muscoli del collo e della spalla che può, in alcuni casi, contribuire all’irritazione delle strutture nervose circostanti;
- tumori, che possono esercitare pressione sulle radici nervose;
- fattori posturali, dato che mantenere posture scorrette per periodi prolungati, specialmente durante il lavoro al computer o l’utilizzo di dispositivi mobili, può contribuire a squilibri muscolari e aumentare la pressione sulle strutture nervose.
Quali sono i sintomi di una cervicobrachialgia?
I sintomi della cervicobrachialgia possono variare notevolmente in base alla radice nervosa coinvolta e alla gravità della compressione o irritazione. I sintomi più comuni includono:
- dolore, il sintomo principale, che può iniziare dal collo e irradiarsi lungo la spalla, il braccio, l’avambraccio e, in alcuni casi, fino alla mano e alle dita. Può essere descritto come acuto, lancinante, bruciante o sordo;
- formicolio e parestesie, cioè sensazioni anomale come formicolio, pizzicore, “”aghi”” o intorpidimento spesso localizzate in specifiche aree del braccio, della mano o delle dita;
- debolezza muscolare, data dalla compressione nervosa;
- perdita di riflessi, soprattutto a livello del braccio;
- sensazione di “”scossa elettrica””, una forma di dolore manifestata da numerosi pazienti;
- rigidità del collo, che spesso accompagna il dolore al braccio.
Come si diagnostica una cervicobrachialgia?
La diagnosi di cervicobrachialgia si basa principalmente sull’anamnesi dettagliata del paziente e su un accurato esame fisico neurologico e ortopedico. Il medico raccoglie informazioni sui sintomi, sulla loro localizzazione, sui fattori che li scatenano o li alleviano e sulla storia medica del paziente. L’esame fisico, invece, comprende la valutazione della postura, della mobilità del collo e delle spalle, la palpazione dei muscoli cervicali e delle spalle, test neurologici per valutare la forza muscolare, i riflessi e la sensibilità lungo il braccio e la mano.
Per confermare la diagnosi e identificare la causa sottostante della compressione nervosa, possono essere necessari ulteriori esami diagnostici, tra cui:
- radiografia (raggi X) della colonna cervicale, che può rivelare segni di artrosi cervicale, restringimento dello spazio intervertebrale o anomalie ossee;
- risonanza magnetica (RM) della colonna cervicale, scelta per visualizzare i tessuti molli, come i dischi intervertebrali, le radici nervose e il midollo spinale e molto efficace nell’identificare ernie discali, stenosi foraminali, compressione nervosa e altre patologie dei tessuti molli;
- tomografia computerizzata (TC) della colonna cervicale, che può rivelarsi utile per visualizzare meglio le strutture ossee e la stenosi foraminale, soprattutto quando la RM non è disponibile o controindicata;
- elettromiografia (EMG) e velocità di conduzione nervosa (NCV), due test neurofisiologici che misurano l’attività elettrica dei muscoli e la velocità con cui i segnali nervosi viaggiano lungo i nervi. Possono aiutare a localizzare la radice nervosa coinvolta e a valutare la gravità del danno nervoso.
Come si cura una cervicobrachialgia?
L’approccio terapeutico per la cervicobrachialgia mira principalmente ad alleviare il dolore, ridurre l’infiammazione, ripristinare la funzionalità e prevenire recidive. La fisioterapia, sia manuale che strumentale, così come proposta presso l’Ambulatorio di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, svolge un ruolo fondamentale nel trattamento di questa condizione.
Nella fase acuta, si predilige un trattamento di tipo conservativo, che prevede:
- riposo modificato, inteso come astensione dalle attività che aumentano il dolore, ma evitando di immobilizzare completamente il collo per periodi prolungati;
- applicazione di calore o ghiaccio, a seconda della fase infiammatoria, che può fornire sollievo dal dolore e ridurre la tensione muscolare;
- assunzione di farmaci, in particolare analgesici da banco (come paracetamolo o ibuprofene) o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) prescritti dal medico che possono aiutare a gestire il dolore e l’infiammazione. In alcuni casi, si rivelano efficaci anche i miorilassanti, per ridurre gli spasmi muscolari, o i corticosteroidi, per ridurre l’infiammazione intorno alle radici nervose;
- collare cervicale morbido, che può essere utilizzato per brevi periodi in modo da immobilizzare parzialmente il collo e ridurre la pressione sulle strutture nervose.
Il trattamento fisioterapico è essenziale per la gestione a lungo termine della cervicobrachialgia e per il recupero della funzionalità. Un programma di fisioterapia, per essere efficace, deve essere personalizzato e cucito su misura al paziente, così come proposto dai fisioterapisti dell’Ambulatorio D’Arpa di Palermo, e può includere:
- la terapia manuale, a base di tecniche come la mobilizzazione articolare delicata, la manipolazione vertebrale (eseguita da fisioterapisti specializzati), il rilasciamento miofasciale e il massaggio terapeutico, che possono aiutare a ridurre la rigidità, migliorare la mobilità del collo e delle spalle, e alleviare la pressione sulle radici nervose;
- gli esercizi terapeutici, fondamentali per rafforzare i muscoli del collo, delle spalle e della parte superiore della schiena, migliorare la postura, aumentare la flessibilità e la resistenza muscolare, e stabilizzare la colonna cervicale. Gli esercizi possono includere stretching, esercizi di rinforzo isometrico e isotonico, e esercizi di coordinazione;
- la rieducazione posturale, una serie di indicazioni su come mantenere una postura corretta durante le attività quotidiane per ridurre lo stress sulla colonna cervicale e prevenire recidive;
- gli esercizi di neurodinamica, che mirano a migliorare la mobilità del sistema nervoso e a ridurre la sensibilità dei nervi compressi o irritati.
Per rendere il trattamento fisioterapico della cervicobrachialgia ancora più efficace, i fisioterapisti del Poliambulatorio D’Arpa di Palermo si avvalgono anche di ulteriori terapie strumentali:
- la tecarterapia, che favorisce la guarigione dei tessuti, riduce l’infiammazione e allevia il dolore attraverso la stimolazione dei tessuti profondi;
- la tens-terapia, che può aiutare a gestire il dolore attraverso la stimolazione elettrica dei nervi superficiali;
- l’ultrasuonoterapia, che aiuta a ridurre l’infiammazione, alleviare il dolore e favorire il rilassamento muscolare;
- la laserterapia, che può avere effetti antinfiammatori e analgesici a livello locale;
- la SIS, che apporta numerosi benefici nella riduzione del dolore e dell’infiammazione;
- la trazione cervicale, che può essere utilizzata per ridurre la pressione sulle radici nervose, allargando temporaneamente gli spazi intervertebrali;
- la kinesio taping, che può essere applicata per fornire supporto muscolare, migliorare la circolazione e ridurre il dolore.
Nei casi in cui il dolore è piuttosto severo e il paziente non risponde al trattamento conservativo o, ancora, in presenza di deficit neurologici progressivi, può essere preso in considerazione l’intervento chirurgico per decomprimere le radici nervose.
Tuttavia, la maggior parte dei pazienti con cervicobrachialgia trae beneficio da un approccio conservativo che include la fisioterapia come componente chiave. Per ottenere un buon risultato, però, è necessario adottare un programma di fisioterapia ben strutturato, personalizzato e seguito con costanza, così come proposto dai fisioterapisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, in grado di portare a un significativo miglioramento dei sintomi e a un ritorno alle normali attività.
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