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Ionoforesi

La fisioterapia sfrutta, nel trattamento di patologie a carico soprattutto dell’apparato muscolo-scheletrico, le cosiddette elettroterapie, cioè terapie basate sull’invio di correnti elettriche. Queste si possono dividere in due categorie: elettroterapie a corrente alternata con media frequenza ed elettroterapie a corrente alternata con alta frequenza; a questa seconda categoria appartiene la ionoforesi.

Cos’è la ionoforesi?

Il termine ionoforesi indica, letteralmente, il trasporto di ioni; non a caso, consiste in una tecnica appartenente alla famiglia delle elettroterapie e prevede la somministrazione di un farmaco per via transcutanea tramite una corrente continua prodotta da un apposito macchinario.

Di norma, la ionoforesi è una terapia ampiamente utilizzata, anche dai fisioterapisti del Centro di Fisiokinesiterapia D’Arpa di Palermo, per il trattamento di articolazioni dolenti e/o infiammate.

In cosa consiste la ionoforesi?

La ionoforesi viene eseguita grazie a un generatore elettrico e due elettrodi, uno positivo e uno negativo, ciascuno ricoperto da una spugnetta imbevuta della sostanza farmacologica da dover ionizzare e, quindi, veicolare nel paziente.

Nello specifico, se il farmaco ha polarità negativa verrà indirizzato verso l’elettrodo positivo, mentre se ha polarità negativa allora verrà diretto verso l’elettrodo positivo. Al contempo, l’intensità della corrente da erogare è proporzionata alla superficie dell’elettrodo attivo.

I farmaci che vengono impiegati nella ionoforesi sono numerosi; il principale è il ketoprofene, posizionato sul polo negativo, ma ne esistono tanti altri. Tra quelli da applicare (come il ketoprofene) sulla polarità negativa rientrano:

  • acetilato di lisina;
  • flumetasone;
  • indometacina sale di glumina;
  • diclofenac sodico.

I farmaci che, invece, vengono applicati sulla polarità positiva sono:

  • glicole salicilato;
  • baclofene;
  • dantrolene;
  • fenilbutazone;
  • cortisone;
  • idrocortisone;
  • metile nicotinato;
  • novocaina;
  • carbaina;
  • benzidamina;
  • vitamine B1 e B2.

Alcuni farmaci, poi, possono essere applicati su entrambe le polarità: si tratta dei farmaci bipolari, come la benzidamina cloridrato.

Le sostanze ioniche vengono iniettate nel paziente attraverso la cute, in particolare tramite i dotti, le ghiandole sebacee, le ghiandole sudoripare e gli orifizi esterni dell’apparato pilifero. Di conseguenza, la ionoforesi si può eseguire penetrando attraverso le seguenti parti del corpo:

  • mani;
  • piedi;
  • ascelle;
  • braccia;
  • addome e fianchi;
  • glutei;
  • gambe.

Una volta superata l’epidermide, gli ioni si estendono a livello capillare e si immettono nel flusso circolatorio. Per far sì che questo processo avvenga correttamente, gli elettrodi devono essere posizionati entrambi sulla zona da trattare e la pelle deve essere perfettamente pulita, dato che la maggior parte dei farmaci è solubile nei grassi e una pelle untuosa potrebbe ostacolarne la penetrazione. Inoltre, sulla pelle della zona da trattare non devono essere presenti lesioni.

La ionoforesi presenta un doppio vantaggio, se non triplo: si evita la somministrazione del farmaco per altra via (soprattutto orale), lo stesso viene concentrato su una zona accuratamente selezionata e la corrente, di per sé, ha già un effetto analgesico.

A cosa serve la ionoforesi?

Grazie ai suoi innumerevoli vantaggi terapeutici, la ionoforesi viene largamente impiegata nel Centro Fisioterapico D’Arpa di Palermo per la cura e il trattamento di numerose patologie e, in particolare, per alleviare il dolore causato da malattie muscolari come artrite, artrosi, sciatica e strappi muscolari.

In linea generale, è possibile affermare che la ionoforesi è di supporto nel trattamento di:

  • infiammazioni;
  • stati antalgici;
  • contratture;
  • edemi;
  • lesioni fibrolitiche.

Non solo, perché la ionoforesi trova spazio anche in campo odontoiatrico, in particolare per profilassi anticarie, anestesie superficiali, trattamenti endocanalari, cura delle gengiviti e riduzione della sensibilità dentale.

Al contempo, la ionoforesi trova applicazione anche in campo estetico per contrastare la cellulite e gli inestetismi della pelle, e in ambito dermatologico per curare l’iperidrosi (o sudorazione eccessiva) di piedi, mani, viso e ascelle.

Quali sono i benefici della ionoforesi?

I benefici proposti dalla ionoforesi sono tanti e permettono di soddisfare anche esigenze molto diverse tra loro. In primo luogo, si rivela il trattamento migliore per tutti quei pazienti che devono sottoporsi a cure sistemiche a carico dell’epidermide, riducendo i tipici effetti collaterali che ne derivano.

A seguire, con la ionoforesi il farmaco viene somministrato direttamente e localmente nella zona interessata, il che favorisce il rapido assorbimento e velocizza il processo di guarigione. A differenza, poi, della somministrazione epidermica tramite iniezioni, la ionoforesi è totalmente indolore (al massimo, può provocare un leggero e temporaneo formicolio subito dopo il trattamento).

Un altro beneficio della ionoforesi consiste nella possibilità di poter somministrare un farmaco puro, privo di eccipienti, con il vantaggio di ridurre il rischio di allergie e infiammazioni.

In ultimo, il trattamento con ionoforesi aumenta la soglia di eccitabilità, quindi riduce il dolore immediatamente. Al contempo, il farmaco viene rilasciato lentamente e gradualmente, e questo garantisce al paziente un effetto antidolorifico a lungo termine.

Quanto dura una seduta di ionoforesi?

Una seduta di ionoforesi dura solitamente 25-30 minuti. Bisogna sottolineare, infatti, che il farmaco impiega circa 15 minuti per oltrepassare l’epidermide ed entrare nel flusso circolatorio, quindi le tempistiche finali dipendono principalmente da questo.

Inoltre, per ottenere benefici e vantaggi immediati, efficaci e duraturi, è consigliato eseguire almeno 8-12 sedute totali per 3-5 volte a settimana.

La ionoforesi ha controindicazioni?

Sì, la ionoforesi ha delle controindicazioni, legate principalmente al tipo di farmaco somministrato, dato che alcuni pazienti possono rivelarsi particolarmente sensibili al principio attivo contenuto, se non addirittura allergici.

Altre controindicazioni possono riguardare l’applicazione di corrente elettrica, in particolare in pazienti che hanno dispositivi elettromedicali impiantati, oppure che mostrano lesioni/alterazioni cutanee sulla zona da trattare.

In ogni caso, la ionoforesi è del tutto controindicata:

  • per le donne in gravidanza;
  • per i pazienti affetti da dermatiti, ferite, abrasioni;
  • per i pazienti che soffrono di allergie, ipoestesia, vasculopatie;
  • per i pazienti con disturbi cardiaci e/o dotati di pacemaker;
  • per i pazienti che presentano metallo intratessutale;
  • per pazienti allergici al farmaco da somministrare.

Coloro che, invece, possono tranquillamente sottoporsi a ionoforesi, devono sapere che durante il trattamento è possibile avvertire un leggero pizzicore sulla parte trattata.

Al contrario, se in fase di trattamento il paziente dovesse avvertire bruciore, allora si tratterebbe di un effetto collaterale tale da dover interrompere la seduta.

Onde evitare effetti collaterali indesiderati, è opportuno munirsi di prescrizione medica per accertare non solo che il farmaco possa essere effettivamente somministrato, ma anche che la ionoforesi possa essere realmente eseguita senza alcuna controindicazione.

 

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