Elettrostimolazione

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Elettrostimolazione

In ambito fisioterapico, l’elettrostimolazione è un metodo di trattamento per le lesioni e di miglioramento delle prestazioni atletiche negli sportivi (professionisti e non). Si esegue presso centri accreditati, come il Centro Fisioterapico D’Arpa di Palermo, e si rivela altamente efficace nella riabilitazione di pazienti affetti da patologie ossee, muscolari tendinee e legamentose.

I benefici dell’elettrostimolazione sono davvero numerosi, e spaziano dall’aumento del trofismo della zona trattata a una riduzione delle infiammazioni, passando per il miglioramento dell’ossigenazione dei tessuti al trattamento delle aderenze.

L’elettrostimolazione può essere impiegata nell’ambito della terapia del dolore e nel trattamento di qualsiasi patologia muscolo-scheletrica, così come nel settore estetico per ottenere un aspetto migliore e in campo sportivo per aumentare forza, resistenza e velocità.

Cos’è l’elettrostimolazione?

L’elettrostimolazione consiste in una tecnica fisioterapica che, avvalendosi di un apposito dispositivo, invia degli impulsi elettrici per stimolare le contrazioni muscolari.

Si tratta di una tecnica nata negli anni Settanta con scopo prettamente fisioterapico e riabilitativo ma, nel corso del tempo, è stata adattata anche all’ambito sportivo (ad esempio negli allenamenti e nei recuperi muscolari) e a quello estetico (nei trattamenti linfodrenanti e di riduzione del grasso corporeo).

L’elettrostimolazione si basa sull’utilizzo di specifici sensori, chiamati elettrodi, che vengono applicati su determinate zone del corpo del paziente. Il suo utilizzo è molto semplice e i risultati sono evidenti praticamente fin da subito ma, per ottenere ciò, è necessario rivolgersi a personale specializzato, come i professionisti del Centro di Fisiokinesiterapia D’Arpa di Palermo.

Come funziona l’elettrostimolazione?

Una seduta di elettrostimolazione funziona in questo modo: lo specialista posiziona gli elettrodi sulle zone interessate del corpo del paziente, aziona il dispositivo e, nell’arco di pochi secondi, i micro-impulsi elettrici a bassa frequenza iniziano ad agire localmente per stimolare il muscolo.

Rivolgersi a personale qualificato è indispensabile perché per posizionare correttamente gli elettrodi è necessario conoscere le basi dell’anatomia umana: vanno collocati, infatti a ⅓ della lunghezza muscolare per sollecitare giustamente i punti motori. Non solo, perché per ottenere i primi risultati evidenti è necessario che il trattamento abbia una durata di almeno 4-6 settimane, in modo continuativo.

Al contempo, il paziente deve essere consapevole del fatto che la sola elettrostimolazione non basta per raggiungere obiettivi concreti: è necessario, infatti, associare una dieta equilibrata e una costante attività fisica quotidiana sia nel caso degli sportivi, sia nel caso di pazienti che desiderano smaltire il grasso in eccesso, sia nel caso di percorsi riabilitativi post intervento/patologia/lesione.

A cosa serve l’elettrostimolazione?

L’elettrostimolazione, come già spiegato, può essere impiegata tanto in campo fisioterapico, quanto in ambito sportivo per potenziare l’allenamento di un atleta. La sua azione può essere estesa su tutto il corpo, oppure concentrata solo su determinate parti, come gambe, addominali o braccia.

L’elettrostimolazione muscolare trova, quindi, destinazione d’uso in diversi settori e può essere facilmente declinata a seconda delle esigenze andando a regolare i relativi parametri, quali frequenza, tipo di impulso, durata, latenza e intensità.

Per avere un quadro più chiaro, l’elettrostimolazione fisioterapica è utile per:

  • migliorare la resistenza muscolare;
  • aumentare e/o potenziare una muscolatura debole o perfettamente sana;
  • mantenere e/o aumentare la mobilità articolare;
  • prevenire o ritardare l’atrofia muscolare;
  • velocizzare il recupero muscolare post-allenamento.

L’uso dell’elettrostimolatore è prerogativa del fisioterapista che, in quanto professionista esperto, è in grado di applicarlo correttamente tenendo conto delle esigenze, delle caratteristiche fisiche e degli obiettivi del singolo paziente.

Tipologie di elettrostimolazione

Esistono diverse tipologie di elettrostimolazione, soprattutto quando si tratta di agire nell’ambito della terapia del dolore e della riabilitazione:

  • elettrostimolazione TENS: agisce direttamente sulle fibre nervose con un grosso diametro. Tramite impulsi favorisce il rilascio di endorfine che, a loro volta, influiscono positivamente sulla percezione del dolore e lo alleviano;
  • elettrostimolazione EMS: sfrutta quelle microcorrenti che non vengono percepite dall’uomo poiché a bassa intensità. Si rivela efficace per ridurre il dolore, cronico e acuto, causato da piccoli infortuni. Può essere associata alla TENS;
  • elettrostimolazione interferenziale: si genera nel punto di collegamento tra due correnti a media frequenza. Molto utile per alleviare i dolori provocati da ipotrofia muscolare profonda, tendinopatie profonde, artrosi dell’anca e rachide lombare.

Oltre a queste tipologie, ne esistono delle altre che dipendono dalla frequenza del trattamento:

  • elettrostimolazione continua: i ritmi della frequenza non subiscono variazioni. É particolarmente indicata per il pre e il post allenamento, quindi per il riscaldamento e il recupero, e vengono utilizzati impulsi elettrici a bassa frequenza;
  • elettrostimolazione intermittente: alterna la frequenza nella fase in cui i muscoli si contraggono, cioè la fase di lavoro, e nella fase in cui si riposano, cioè la fase di defaticamento. Indicata per la durata dell’allenamento;
  • elettrostimolazione a modulazione di frequenza: si varia la frequenza durante la fase di lavoro per intensificare la forza:
  • elettrostimolazione a modulazione di ampiezza: la durata dell’impulso è variabile nella fase di lavoro.

La scelta della tipologia di elettrostimolazione è compiuta dal fisioterapista che, esattamente come tutti i professionisti del Poliambulatorio Fisioterapico D’Arpa di Palermo, ha le competenze necessarie per selezionare il trattamento più indicato per il paziente.

Quali sono i benefici dell’elettrostimolazione?

L’elettrostimolazione in ambito fisioterapico apporta un gran numero di benefici ai pazienti, anche e soprattutto in fase di riabilitazione, cioè quando bisogna migliorare il tono muscolare dopo un periodo di immobilizzazione.

In particolare, grazie all’elettrostimolazione TENS e agli impulsi ad alto voltaggio è possibile trattare qualsiasi condizione dolorosa tramite la produzione di beta-endorfine, delle sostanze fisiologiche con azione analgesica.

In ambito sportivo, invece, l’elettrostimolazione consente all’atleta di recuperare più velocemente a seguito di un infortunio e di potenziare i muscoli prima di partecipare a una gara/competizione.

L’elettrostimolazione comporta effetti collaterali?

L’elettrostimolazione comporta effetti collaterali solo se ad applicarla sul paziente è personale inesperto; se non si programmano allenamenti adeguati o se non si posizionano correttamente gli elettrodi, allora il paziente può incorrere in affaticamento e/o dolore muscolare. Inoltre, chi ha la pelle particolarmente delicata e sensibile potrebbe riportare arrossamenti cutanei, spesso accompagnati da prurito e/o bruciore. Pur trattandosi di inconvenienti momentanei, che durano pochi minuti, si rivelano comunque fastidiosi e sarebbe opportuno prevenirli.

In caso contrario, se l’elettrostimolazione è eseguita da fisioterapisti esperti come i professionisti del Centro di Fisiokinesiterapia D’Arpa di Palermo, allora la risposta è no, non sussistono effetti collaterali.

L’elettrostimolazione ha controindicazioni?

Bisogna partire da un presupposto: l’elettrostimolazione potrebbe essere fastidiosa, soprattutto per i pazienti affetti da determinate patologie. Di conseguenza, prima di sottoporsi al trattamento, il paziente deve sempre leggere preventivamente le avvertenze e consultarsi con il proprio medico di base o con lo specialista.

L’elettrostimolazione, poi, è controindicata nei seguenti casi:

  • pazienti portatori di pacemaker;
  • donne in gravidanza;
  • pazienti affetti da neoplasie;
  • pazienti che riportano ferite aperte;
  • pazienti affetti da epilessia;
  • pazienti che soffrono di capillari fragili.

Infine, l’elettrostimolazione è del tutto sconsigliata ai pazienti che:

  • hanno protesi metalliche di vecchia generazione;
  • presentano alterazioni della sensibilità locale;
  • hanno infezioni in corso;
  • soffrono di flebiti e/o tromboflebiti.

Quanto dura una seduta di elettrostimolazione?

Una seduta di elettrostimolazione dura, di solito, 15 minuti. Per ottenere risultati evidenti e benefici a lungo termine, è consigliato effettuare almeno 8-10 sedute da svolgere 2-3 volte a settimana.

Come prepararsi a una seduta di elettrostimolazione?

Le sedute di elettrostimolazione non richiedono alcuna preparazione specifica. Il paziente deve semplicemente indossare abbigliamento comodo per facilitare lo svolgimento della terapia.

 

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