Fisioterapia

Miocardite: quali sono i campanelli di allarme

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Sintomi, cause e conseguenze della miocardite.

Non tutte le malattie legate al muscolo cardiaco colpiscono gli anziani e i cardiopatici. Alcune, come la miocardite, riescono a mettere a dura prova anche i cuori più giovani.


Il primo step fondamentale è riconoscere la causa scatenante della condizione. E’ bene farlo quanto più rapidamente possibile poiché, con la giusta cura, la prognosi risulta essere quasi sempre positiva.
Tuttavia, non possono essere escluse a priori eventuali complicazioni, più frequenti in caso di diagnosi mancata o tardiva. 
Nel corso di questo articolo sono analizzati le cause principali e i sintomi più frequenti, legati al decorso della malattia.

La miocardite: cause e conseguenze

Col termine miocardite si indica l’infiammazione acuta o cronica del miocardio, ossia della membrana muscolare che avvolge il cuore. Tale condizione può avere origine o da un’infezione virale o da una tossinfezione. Quest’ultima, può essere conseguenza dell’assunzione prolungata di determinate tipologie di farmaci.
Sebbene l’indice di mortalità sia basso, è importante riconoscere il tipo di infezione scatenante. A partire da questo e da una valutazione preliminare della gravità del quadro clinico, si può somministrare al paziente la cura più opportuna.
In caso di guarigione, le probabilità di non avere conseguenze a lungo termine sono molto alte.

Sintomi peculiari e cura della miocardite.

I sintomi legati alla miocardite sono molti e di vario genere. Per questo motivo, riconoscerla non è sempre semplice. Nelle forme virali, questi possono esseri paragonati a quelli di una banale influenza. In tal caso, comune è la comparsa di febbre e di stanchezza.
D’altro canto, con l’aumento della portata dell’infezione, si manifestano le condizioni più preoccupanti. Il paziente, infatti, potrebbe presentare improvvisamente scompenso cardiaco, pressione bassa, inappetenza, aritmie e dolore al torace.
A causa di questi ultimi, spesso la miocardite viene diagnosticata dopo aver escluso la possibilità di infarto, condizione clinica ben più grave.
Se l’infezione è causata da un farmaco ben preciso, l’interruzione dell’assunzione potrebbe già portare alla guarigione. Nei casi, invece, legati ai virus, le cure risultano essere necessarie solo in presenza di sintomatologie gravi. Se il paziente, infatti, mostra in generale insufficienza cardiaca o forti aritmie, occorre prendere in considerazione eventuali approcci chirurgici o terapeutici.

Le tecniche utilizzate per una corretta diagnosi della miocardite

L’iter da seguire in caso di sospetta miocardite è molto semplice. In primis, viene effettuato un’elettrocardiogramma (ECG) per evidenziare eventuali alterazioni. Queste ultime possono essere messe in evidenza anche effettuando il dosaggio dei marcatori cardiaci nel sangue e l’ecocardiogramma.
L’unico modo per avere una diagnosi certa, tuttavia, è effettuare una biopsia miocardica. Questa tecnica consiste nel prelevare un campione del tessuto muscolare interno del cuore. Questo viene poi analizzato al microscopio per l’osservazione di eventuali alterazioni.
Spesso, per non correre eccessivi rischi, la diagnosi viene fatta attraverso semplicemente l’impiego della più tradizionale risonanza magnetica (RM).

In sintesi, la miocardite è una condizione assolutamente curabile, se ben interpretata. E’ bene comprendere, sin da giovani, l’importanza di ascoltare in modo consapevole il proprio corpo, soprattutto in condizioni di malessere. E’ questo il segreto del viver bene.

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