Cattiva circolazione: come migliorarla con linfodrenaggio e pressoterapia

Fisioterapia

Cattiva circolazione? Risolvi con la fisioterapia

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La cattiva circolazione è una condizione comune che colpisce milioni di persone, manifestandosi con una serie di disagi che possono limitare significativamente la qualità della vita. Spesso associata alla pesantezza e al gonfiore degli arti inferiori, questa disfunzione indica una difficoltà del sistema vascolare (arterioso, venoso e linfatico) a svolgere efficacemente il proprio compito di trasporto e smaltimento. Quando il sangue venoso e il liquido linfatico ristagnano, si genera una condizione nota come stasi, che non solo causa sintomi dolorosi, ma può anche portare a complicanze più serie.

Fortunatamente, la fisioterapia vascolare rappresenta un approccio conservativo, non invasivo ed estremamente efficace per riattivare i meccanismi di drenaggio e migliorare l’efficienza circolatoria. Presso Fisioterapia D’Arpa di Palermo, i percorsi di trattamento sono studiati per affrontare la radice del problema, combinando tecniche manuali e strumentali all’avanguardia per risultati immediati e duraturi.

Le cause della cattiva circolazione

La cattiva circolazione, o insufficienza venosa e linfatica, è un fenomeno multifattoriale, spesso il risultato di una combinazione di fattori genetici, stili di vita e condizioni mediche preesistenti.

Le cause principali sono legate al rallentamento del ritorno venoso. Il sangue deve risalire dagli arti inferiori verso il cuore, un compito che si basa sull’efficienza delle valvole venose e sulla contrazione dei muscoli circostanti, in particolare la “pompa muscolare” del polpaccio. Tra i principali fattori scatenanti troviamo l’immobilità prolungata o la sedentarietà, che riducono l’attivazione della pompa muscolare. Lavorare in piedi per molte ore o rimanere seduti per periodi eccessivi ostacola il meccanismo di risalita del sangue, favorendo il ristagno.

A livello ormonale, i cambiamenti come quelli legati alla gravidanza o alla menopausa possono influenzare la tonicità delle pareti venose, rendendole più lasse e meno efficienti, mentre il sovrappeso e l’obesità aumentano la pressione intra-addominale, ostacolando il flusso venoso e linfatico. Esistono, poi, condizioni specifiche come la linfedema, caratterizzata da un accumulo anomalo di linfa dovuto a un malfunzionamento del sistema linfatico, e l’insufficienza venosa cronica, in cui le valvole all’interno delle vene si danneggiano, causando il reflusso del sangue e il conseguente ristagno.

I sintomi della cattiva circolazione

I sintomi associati alla cattiva circolazione si manifestano prevalentemente negli arti inferiori, peggiorando tipicamente nel corso della giornata, specialmente dopo periodi prolungati in piedi o seduti, e con il caldo.

Il sintomo più comune e spesso il primo a comparire è la sensazione di gambe pesanti e stanche, spesso accompagnata da gonfiore (edema), in particolare a livello delle caviglie e dei piedi. L’edema è il risultato del ristagno di liquidi che fuoriescono dai capillari e si accumulano nei tessuti circostanti. Un altro segnale frequente è il dolore o un senso di tensione agli arti inferiori, spesso accompagnato da crampi notturni, che sono dovuti all’accumulo di cataboliti nei muscoli.

A livello cutaneo, la cattiva circolazione può manifestarsi con la comparsa di teleangectasie (capillari visibili) o vene varicose, che sono vene dilatate e tortuose dovute all’eccessiva pressione interna. Nei casi più avanzati, la stasi prolungata può portare a cambiamenti della pelle, come secchezza, prurito, alterazioni del colore (dermatite da stasi) e, nelle forme più severe, alla formazione di ulcere venose difficili da guarire.

Riconoscere questi sintomi e intervenire precocemente, rivolgendosi a professionisti in centri come Fisioterapia D’Arpa di Palermo, può prevenire l’aggravarsi della condizione.

Come risolvere con la fisioterapia

La fisioterapia offre un ventaglio di soluzioni efficaci e conservative per la gestione della cattiva circolazione, agendo direttamente sul drenaggio dei liquidi e sul miglioramento della funzionalità vascolare. L’approccio fisioterapico si basa su una combinazione sinergica di tecniche manuali, strumentali ed esercizio terapeutico:

  1. linfodrenaggio manuale (Metodo Vodder o Leduc): questa è la tecnica principale per il trattamento della stasi linfatica e dell’edema venoso. Consiste in un massaggio estremamente delicato, ritmico e mirato, eseguito dal terapista con l’obiettivo di stimolare i vasi linfatici e favorire la raccolta e lo smaltimento del liquido interstiziale in eccesso. Il linfodrenaggio è essenziale per ridurre il volume degli arti e migliorare la qualità della pelle;
  2. pressoterapia: una terapia strumentale che utilizza gambali gonfiabili sequenziali, cioè manicotti che esercitano una pressione dosata che si muove dalle estremità verso la radice dell’arto, simulando l’azione del drenaggio manuale ma su una superficie più ampia e con una pressione controllata. La pressoterapia supporta la circolazione venosa e linfatica, ed è spesso utilizzata in combinazione con il drenaggio manuale;
  3. taping drenante (kinesio taping): l’applicazione di taping elastico con particolari tecniche di fan o a rete solleva leggermente la pelle, creando uno spazio maggiore tra derma ed epidermide. Questo favorisce il drenaggio linfatico superficiale e l’assorbimento dell’edema da parte del sistema circolatorio, offrendo un effetto prolungato tra una sessione e l’altra;
  4. esercizio terapeutico: essenziale per riattivare la pompa muscolare. Il fisioterapista insegna esercizi specifici per il polpaccio e il piede, come la dorsiflessione e la flessione plantare, che se eseguiti regolarmente aiutano le vene a spingere il sangue verso l’alto, migliorando il ritorno venoso in modo naturale.

La selezione delle procedure e degli strumenti è sempre personalizzata in base alla diagnosi e alla gravità della stasi, garantendo il trattamento più appropriato al paziente.

Fisioterapia per cattiva circolazione: tutti i benefici

I benefici derivanti da un percorso di fisioterapia vascolare e linfatica sono evidenti e influiscono positivamente sulla salute generale e sul benessere quotidiano.

Il primo e più immediato beneficio è la riduzione dell’edema e del gonfiore: diminuendo il ristagno di liquidi, il paziente sperimenta immediatamente una sensazione di gambe più leggere e meno doloranti. Questo si traduce in un miglioramento significativo della mobilità e della tolleranza all’attività fisica.

A lungo termine, la fisioterapia contribuisce alla prevenzione delle complicanze cutanee: riducendo la stasi, si migliora l’ossigenazione dei tessuti e si riduce il rischio di sviluppare dermatiti, ulcere venose e altre alterazioni trofiche della pelle associate all’insufficienza cronica. Attraverso l’educazione all’esercizio e al movimento, il paziente acquisisce strumenti pratici per mantenere attive le pompe venose anche a casa o in ufficio, assicurando un beneficio duraturo nel tempo.

Infine, il trattamento offerto in un centro specializzato come Fisioterapia D’Arpa di Palermo non solo gestisce il sintomo, ma migliora l’elasticità dei tessuti, riduce l’infiammazione locale e supporta l’organismo nel recupero della sua naturale efficienza circolatoria, garantendo un approccio mirato e risolutivo alla problematica della cattiva circolazione.

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