Fisioterapia D’Arpa a Palermo accompagna i pazienti con Parkinson in un percorso riabilitativo personalizzato, efficace e progressivo.

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Morbo di Parkinson: come trattare i sintomi con la fisioterapia

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La fisioterapia ricopre un ruolo fondamentale nel trattamento di numerose condizioni, patologie neurodegenerative comprese; queste ultime, infatti, hanno spesso ripercussioni a livello fisico e con l’aiuto di fisioterapisti esperti come i professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo è possibile alleviare i sintomi e mantenere una buona qualità della vita.

Tra le varie patologie neurodegenerative che trovano nella fisioterapia un ottimo supporto c’è anche il morbo di Parkinson, che colpisce il sistema nervoso centrale; in particolare, è correlato alla degenerazione di cellule nervose collocate in una zona molto profonda del cervello (cioè la substantia nigra) incaricate di produrre quella dopamina responsabile dell’attivazione dei circuiti che controllano l’equilibrio e i vari movimenti.

Scopriamo le principali cause del morbo di Parkinson, i sintomi caratteristici e in che modo la fisioterapia può essere benefica.

Quali sono le cause del morbo di Parkinson?

Il morbo di Parkinson deriva da una lesione a carico del sistema dopaminergico nigro-striato che, a sua volta, provoca una graduale depigmentazione della sostanza nera di Somering. Il suo esordio è lento e il suo decorso è cronico e, ancora oggi, non solo non si conosce la causa effettiva, ma non si ha ancora a disposizione alcuna cura risolutiva.

Di conseguenza, il trattamento del morbo di Parkinson si basa su terapie farmacologiche che impiegano precursori della dopamina e sostanze anticolinergiche per:

  • colmare il deficit di dopamina presente nello striato e nella sostanza nera;
  • ridurre il tono colinergico, che si rivela aumentato per via della riduzione della dopamina.

In particolare, la dopamina ha una funzione inibitoria del tono muscolare: si tratta di un neurotrasmettitore inibitore essenziale affinchè il movimento avvenga in manera armonica,  quindi la sua assenza o diminuizione determina un’alterazione dei circuiti che controllano il movimento e l’equilibrio. La rigidità del tronco e degli arti e l’instabilità dell’andatura fanno parte dei disordini di movimento tipici della patologia (solitamente il primo sintomo di rigidità si manifesta dalla mancata oscillazione degli arti superiori durante il cammino).

Quali sono i sintomi del morbo di Parkinson?

Dal punto di vista clinico, sono almeno 4 i sintomi tipici del morbo di Parkinson che possono comparire singolarmente o in associazione tra loro ed essere più o meno evidenti in base al paziente. Si tratta di:

  • tremore  si manifesta tendenzialmente a riposo e può interrompersi improvvisamente quando si compiono movimenti volontari. Consiste in un tremore regolare, più evidente alle estremità degli arti (più nelle mani che nei piedi) ma che può interessare anche mandibola, labbra e lingua;
  • rigidità nel Parkinson si distribuisce in modo da spingere il soggetto in flessione, manifestandosi prevalentemente a livello del gomito e accentuandosi nel tempo con il coinvolgimento della testa e del tronco (che si inclinano in avanti). Questa postura viene mantenuta dal soggetto colpito a prescindere dall’attività svolta, anche mentre dorme, può interessare un solo lato e/o arto o entrambi i lati o tutti e quattro gli arti, scompare durante il sonno e riappare a contatto con il freddo o a seguito di emozioni specifiche
  • bradicinesia  cioè la lentezza dei movimenti, si traduce in una progressiva diminuizione dell’ampiezza del movimento stesso fino ad arrivare all’ acinesia. La posizione eretta è instabile, così come quella seduta, per via dell’inclinazione in avanti della testa che, in alcuni casi, può provocare la caduta;
  • acinesia ossia la difficoltà ad avviare il movimento, insieme alla scarsità delle espressioni facciali e della gestualità spontanea e alla perdita di destrezza dei movimenti rapidi, comporta che le azioni quotidiane più semplici diventino più lente e difficoltose.

Qual è il decorso del morbo di Parkinson?

Il morbo di Parkinson è una patologia lenta e progressiva, che degenera nel corso del tempo. Il suo decorso comprende 4 stadi o livelli:

  • stadio 1, Parkinson iniziale, che può essere confuso con una depressione per via dei sintomi molto simili;
  • stadio 2, Parkinson conclamato, che si manifesta con una vera e propria rigidità extrapiramidale;
  • stadio 3, Parkinson complicato, così definito perché si complica a causa di alcuni effetti collaterali derivanti sia della terapia farmacologica, sia dalla malattia stessa. Il soggetto manifesta blocchi completi del movimento e problemi cognitivi;
  • stadio 4, Parkinson terminale, in cui il paziente non riesce più a camminare in autonomia e subentrano prima disturbi neurodegenerativi importanti e, infine, la morte. In questa fase, il soggetto non risponde più alla terapia medica.

Se nel primo e nel secondo stadio il paziente mantiene una vita comunque autonoma, nonostante il caratteristico tremore, il terzo e il quarto stadio presentano complicazioni importanti che richiedono un intervento mirato ed efficace, che solo la fisioterapia può offrire.

Morbo di Parkinson e riabilitazione fisioterapica

Nelle fasi iniziali, quindi allo stadio 1 e 2, la riabilitazione fisioterapica proposta dai professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo punta ad alleviare (nei limiti del possibile) il tipico atteggiamento posturale dei pazienti affetti da morbo di Parkinson. In particolare:

  • si ottiene un quadro generale delle abilità del paziente;
  • si fa assumere al paziente una posizione comoda;
  • si inizia con tecniche di chinesiterapia passiva, in modo lento e dolce per non provocare il tipico tremore;
  • si cerca di far parlare il paziente, per valutare anche la sua capacità respiratoria;
  • si eseguono esercizi respiratori, per rilasciare le muscolature interessate;
  • si passa a esercizi diaframmatici e toracici, che prevengono l’insorgenza della postura in flessione e migliorano il range di movimento delle articolazioni;
  • si prosegue con tecniche di chinesiterapia attiva, proponendo esercizi di fronte a uno specchio (o di gruppo) per favorire la mimica facciale e contrastare l’ipomimia.

Nelle fasi 3 e 4, invece, dato che il paziente tende a non camminare più autonomamente e a manifestare problemi cognitivi significativi, la riabilitazione fisioterapica si basa su:

  • prevenzione delle piaghe da decubito, tramite mobilizzazioni specifiche;
  • esercizi respiratori;
  • esercizi mirati al rafforzamento delle funzioni cognitive;
  • mobilizzazioni di spalla, polso, anca e piede;
  • esercizi di respirazione diaframmatica e toracica;
  • esercizi di equilibrio e coordinazione;
  • allungamenti sul letto;
  • passaggi posturali, da sdraiati a seduti.

Per far sì che la riabilitazione sia efficace, è molto importante individuare lo stadio della patologia in cui si trova il paziente. Per farlo, esistono diverse scale di valutazione che permettono di definire le sue funzionalità motorie e, quindi, agire di conseguenza. La scala funzionale utilizzata per il morbo di Parkinson è la P.R.S.

Inoltre, i professionisti di Fisioterapia D’Arpa di Palermo, sottolineano l’importanza di una riabilitazione precoce, che abbia quindi inizio al primo stadio della malattia, perché permette di:

  • ritardare l’aggravamento della patologia;
  • migliorare l’autonomia e la qualità della vita del paziente;
  • allungare le sue prospettive di vita;
  • prevenire l’insorgenza di problematiche secondarie, come l’allettamento e l’immobilizzazione.

Affidarsi a fisioterapisti professionisti e specializzati nella riabilitazione di pazienti affetti da morbo di Parkinson è, senza alcun dubbio, il primo passo da compiere per convivere più serenamente con una malattia debilitante e invalidante e migliorare, nei limiti del possibile, la qualità della vita che si ha ancora davanti a sé.

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